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Rock Politick – La prima Repubblica non si scorda mai

Rock Politick – Sono stati giorni intensi per il governo italiano e per il nostro panorama politico.

Dopo le dimissioni delle Ministre di Italia Viva Teresa Bellanova e Elena Bonetti e di quelle del sottosegretario agli esteri Ivan Scalfarotto, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è riuscito ad ottenere la fiducia assoluta alla Camera e quella relativa al Senato.

I giochi alla Camera erano semplici, gli astenuti del partito di Renzi non hanno rappresentato alcun problema, a differenza dei senatori di IV, che permettevano a Conte di avere la maggioranza assoluta. Il voto alla Camera Alta si è concluso con 156 si, 16 astenuti e 140 no: patta e palla in centro.

La maggioranza è traballante, dopo giorni di trattative per riuscire a portare nell’area di Governo i famosi Costruttori, i risultati non sono stati ottimi, ma è sicuramente un buon punto di partenza per riuscire a puntellarla.

L’appello europeista e socialista da parte del Premier è riuscito a strappare alcuni nomi pesanti a Forza Italia come quello della Polverini, ex presidente della Regione Lazio, ma soprattutto quello del Senatore Nencini (PSI), che ha prestato il logo del suo partito a Renzi per creare Italia Viva e che ora potrebbe mandarlo al Gruppo Misto e all’opposizione, in cambio di un bel posto di lavoro.

Quello a cui abbiamo assistito in questi giorni in diretta da Palazzo Montecitorio e Palazzo Madama è stato un mix di rituali e routines che hanno da sempre caratterizzato la Prima Repubblica e che ci riportano indietro di molti anni: all’interesse del Paese si continuano ad anteporre gli interessi di Parlamentari che vista la riduzione dei posti in Aula dalla prossima legislatura, si ancorano alla propria poltrona. Questo lo sa bene Conte, uno dei migliori politici a livello di mediazione e scaltrezza politica nonostante la sua inesperienza, che comunque non gli ha impedito in meno di un anno di far perdere il 10% a Salvini e di massacrare mediaticamente a livello nazionale Matteo Renzi, aggrappato al suo 2% e alla sua manciata di senatori.

PD e 5Stelle vedono in Conte il punto di equilibrio perfetto per la loro alleanza e una figura politica in grado di attrarre a sé perimetri politici e ideologici molto ampi. La bravura mediatica e istituzionale di Conte viene sfruttata da due partiti che in questo momento sono in crisi ideologica e di leadership: il premier è il cavallo di Troia del nuovo CentroSinistra.

Dopo aver steso due dei suoi avversari, Conte dovrá avere a che fare con la rivale che più di tutti la spaventa: Giorgia Meloni. Meloni è l’unico leader che ha un apprezzamento maggiore a quello dell’attuale Premier e questo si può ricondurre alla sua grande capacitá di riuscire a parlare al popolo e allo stesso tempo di assumere un comportamento istituzionale. L’ex Ministro per la Gioventù si appresta a diventare con Fratelli D’Italia anche il leader del CentroDestra, creando piu di qualche malumore nello staff di Salvini.

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